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DAME UNITE D'AMERICA

Le foglie non bastano a coprire la faccia
che indossa. Così s’espresse l’oratore: “La massa
è nulla. Il numero di uomini in una massa
d’uomini è nulla. La massa non è più grande
del singolo uomo della massa. Ogni massa
promulga il proprio paradigma.” Le foglie
non bastano a celare la faccia dell’uomo
di questa massa morta e di quella. Il vento si può
colmare di facce come di foglie, soffiare folate di bocche,
e di bocche che piangono e piangono giorno dopo giorno.
Potrebbero essere noi stessi, noi stessi risonanti,
le nostre facce che ruotano attorno a una faccia centrale
e poi di nuovo novunque, via via lontano?
Eppure una faccia continua a tornare (mai quella),
la faccia di un uomo della massa, mai la faccia
che l’eremita su una lingua di sabbia avrebbe visto,
mai il politico nudo istruito
dal saggio. Le foglie non bastano a incoronare,
a coprire, incoronare, coprire – e dillo –
l’attore che alfine declamerà la nostra fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SONA'

Il mondo fisico stasera è insensato
e non ve n’è altro. C’è Già-ahi-me, seduto
che suona la chitarra. Già-ahi-me è una belva.
O forse la chitarra è una belva o forse sono
due belve. Ma della stessa razza – due belve coniugali.
Già-ahi-me è la belva maschio… un imbecille,
che schiocca un suono. La chitarra è un’altra belva
sotto al suo tip tap tap. E’ lei a rispondere.
Due belve ma della stessa razza e poi non belve.
Eppure due non proprio della stessa razza. Qui è così.
Vi sono molte di queste belve che non si vedono mai,
si muovono in modo che i passi siano lievi e quasi nulla.
Oggi pomeriggio il vento e il mare erano così…
E dopo un po’, con Già-ahi-me addormentato,
un gran giaguaro in corsa provocherà un flebile fruscio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UOMO E BOTTIGLIA

La mente è la grande poesia dell’inverno, l’uomo,
che per trovare quanto possa bastare
distrugge dimore romantiche
di rosa e ghiaccio
nella terra della guerra. Più che l’uomo, è
un uomo con la furia d’una razza d’uomini,
una luce al centro di molte luci,
un uomo al centro di uomini.
Deve soddisfare la ragione sull’essenza della guerra,
deve persuadere che la guerra è parte di se stessa,
una maniera di pensare, un modo di
distruggere, come la mente distrugge,
un distogliere, come una delusione antica volge
le spalle al mondo, una vecchia tresca con il sole,
un’aberrazione impossibile con la luna,
una volgarità di pace.
Non è la neve che è pagina, penna.
La poesia sferza più feroce del vento,
mentre la mente, per trovare quanto possa bastare,
distrugge dimore romantiche di rosa e ghiaccio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONVERSAZIONE CONTINUA CON UOMO SILENZIOSO

La vecchia chioccia bruna e il vecchio cielo celeste,tra i due si vive e si muore –la ruota di carro spezzata sul colle.Come se, al cospetto del mare,asciugassimo reti e rammendassimo velee parlassimo di cose senza fine,della tempesta senza fine del volere,un volere e numerosi voleri, e del vento,dei numerosi significati nelle foglie,ridotti a uno sulle soglie,anello, di quella tempesta, con la masseria,la catena che chioccia turchese e cielo legavae la ruota spezzatasi mentre il carro passava.Non è una voce che sta sulle soglie.Non è un discorrere il suono che sentiamoin questa conversazione, ma il passodelle cose nel loro muoversi: l’altro uomo,il mostro turchese che si aggira dabbasso..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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